mercoledì 22 aprile 2009

Vita da stagista: la riunione settimanale.

Ore 15 e 30: riunione di redazione.
Prendiamo posto attorno al tavolo in maniera sistematica, con una strategia consolidata da mesi di faticosa esperienza. Sediamo tutti alla stessa mensa ma siamo divisi da un'invisibile linea Maginot. Da una parte loro, i magnifici, i superiori, i capi supremi; dall'altra noi, gli stagisti (ormai sul Devoto Oli alla voce stagista compare la spiegazione: insulto), i subalterni, gli ultimi.
Troppe volte, sedendomi a quel tavolo, mi sono domandata la base razionale di una tale divisione e tutte le volte mi sono data la medesima risposta: non esiste. Non esiste perché, al di là dei principi etici e costituzionali che sanciscono un'uguaglianza formale e sostanziale tra gli appartenenti al genere umano, a riprova della mia convinzione c'è una ragione fortemente pragmatica: come possiamo essere "feccia" semianalfabeta se in questa redazione facciamo tutto noi??
Ma non perdiamoci in speculazioni filosofiche e torniamo alla nostra riunione.
La prima fase consiste in teorizzazioni, dissertazioni colte, sfoggi di eloquenza e cultura del Capo dei Capi, l'uomo più narciso al mondo. Egli è convinto, probabilmente in virtù del fascino che lui stesso si attribuisce, di poter dire tutto quello che gli passa per il cervellino (invidiabile devo dire, se non fosse canalizzato nella direzione sbagliata) , senza remore o censure. Va precisato che queste chiacchiere iniziali non hanno la minima attinenza con il nostro lavoro ma sono invece incentrate sull'argomento che il Nostro Grande Capo maggiormente predilige: se stesso. La cosa più drammatica, però, è che mentre Egli parla le "funzionarie", tutte pallidissime e avvinte in orrendi maglioncini multicolore forse per disposizioni contrattuali, annuiscono con gli occhi persi nel vuoto ed un sorriso ebete.
Dopo circa mezz'ora di autocelebrazioni e di aria ri-fritta giunge il nostro momento. Illusorio attimo di protagonismo stagista. Egli, come ogni settimana, esordisce dicendo: "ragazzi, ho visto il lavoro. Va abbastanza bene, ma si può fare di più".
"Di più? Cosa vuoi, un rene, la mia anima, quello straccio di vita privata che mi è rimasto? Forse non ricordi che questo è uno stage non retribuito, che nel frattempo faccio anche l'università e lavoro la sera per campare?". Questo è quello che avrei sempre voluto dirGli ma che, mea culpa, di settimana in settimana, non ho mai avuto il coraggio di pronunciare.
Comunque, per non tirarla troppo per le lunghe, il nostro contributo interlocutorio consiste nel resoconto del nostro lavoro settimanale e nella risposta alle Sue domande (ebbene sì, è talmente Illuminato da interessarsi a noi) su come sta il nostro canarino, come procede la nostra vita amorosa, dove compriamo calze così eccentriche e altre cose di questo genere.
Fine della nostra partecipazione; se uno di noi, infatti, prova ad avanzare qualche proposta questa viene di solito liquidata come un'ingenuità da bambino. Anche se Einstein fosse andato lì a spiegarGli i principi della relatività Lui avrebbe risposto con una risatina di malcelato scherno.
Ah, dimenticavo: a settimane alterne ci viene chiesto di ripresentarci (nome-cognome-ruolo) a beneficio di qualche "ospite" alla riunione che, nella maggioranza dei casi, non ha nulla a che vedere con quello che facciamo ma contribuisce in maniera determinante ad espandere il Suo Ego. Io, in qualità di stagista senior, ho all'attivo almeno una trentina di presentazioni e mi viene da pensare che esista una diretta correlazione tra il lavoro in quel luogo e l'Alzheimer.
Dopo un altro quarto d'ora (se ci va bene) di soporifere e vacue discussioni tra il Grande Capo e le "funzionarie" siamo finalmente liberi di "andare in pace".
A prima vista potrà sembrare una cosa orrenda, e in parte lo è, ma c'è un interessante rovescio della medaglia da considerare: in questo stage ho dei colleghi fantastici, persone intelligenti e sensibili che, tra una risata e un bigliettino, riescono a farmela prendere meno male.
Ragazzi, grazie! Vi voglio bene.

3 commenti:

  1. Eh si meno male che (a volte) si hanno colleghi con cui condividere gioie e dolori! Io ho tre colleghe fantastiche, per fortuna!

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  2. leggo questo post e rivedo il mio blog...possibile?? la nostra storia è incredibilmente simile e il fatto che anche il modo di raccontarla lo sia un pò mi inquieta un pò mi rende felice. Mi inquieta perchè capisco che il mio non è un caso isolato ma ci sono tante persone come me che ogni giorno vivono da stagisti, con tutte le conseguenze che questo comporta...da una parte, però, il fatto di non essere sola mi fa coltivare la speranza che forse un giorno le cose possano cambiare. Speriamo non sia solo un'utopia...
    comunque complimenti davvero per il tuo blog!! Sarei felicissima se potessimo scambiarci i link...se sei d'accordo scrivimelo sul blog (http://www.showfarm.com/web/vitadastragista/home) o mandami una mail (vitadastragista@gmail.com). Tornerò presto a leggerti!!
    ciaooo
    Luce

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  3. per i precari non abilitati della scuola:
    www.associazioneadida.it

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