venerdì 8 maggio 2009

Precario fino in fondo...

Stesa sul letto di quella stanza, che potrebbe essere l’ultima di cui conservare un buon ricordo, scrivo le ultime volontà dello studente fuori sede, sfigato e depresso, che dovendo lasciare la propria casetta non ha trovato di meglio che delle baracche che non hanno nulla in comune con ciò che normalmente si definisce “Casa”.

Ma sarà pretendere troppo desiderare un appartamento con:

- una cucina abitabile, laddove per abitabile non si intenda di 1mqx1mq?

- un bagno che non abbia come telo della doccia i sacchi di patate sapientemente cuciti insieme (per non parlare del resto!)?

- una cameretta dove non occorre aver paura di aprire l’anta dell’armadio in stile MOOOLTO retrò, perché rischia di crollare insieme a te l’intero palazzo?

- qualcosa che assomigli, anche solo vagamente, ad un termosifone?

La soluzione più sensata a questo punto sarebbe affittare una roulotte!

Altra pretesa poi è ambire ad un appartamento in cui:

- il proprietario di casa ultracinquantenne non abbia già da tempo montato le tende al solo scopo di farti da padre padrone e non voglio aggiungere altro?!?

- non sia necessario pagare una polizza annua che assicuri il magnate qualora, per esempio, ti capiti di far cadere dal balcone un tavolo, una sedia, un vaso o (perché no!) una molletta. Che secondo te è innoqua, ma che per la velocità assunta in virtù della legge gravitazionale può provocare danni irreparabili sul vecchietto che tranquillamente e ingenuamente passeggia PROPRIO sotto il tuo balcone?!?

Tanto vale fare la barbona a Termini… Almeno eviterei di restare inconsapevolmente allibita di fronte alla disinvoltura o forse peggio! al coraggio con cui ti mostrano quel buco di tugurio. Il MEGLIO che il mercato ti possa offrire. CARO come fosse la reggia di Versailles (testuali parole loro!).

Ultima questione non indifferente riguarda il tabù “contratto”! Non fai neanche in tempo a pronunciare per intero quella parolina magica, che improvvisamente il loro sguardo comincia subito a roteare, divagare, piroettare… come se fosse alla ricerca visiva delle parole giuste che riescano ad indurti alla pietas. E tu?!? Che fai?!? Rimani lì, zitto zitto, a sorbirti i loro lunghi soliloqui, aspettando che la manna cada dal cielo in formato dinamite. Fin quando non ritorni in quella che, ancora per poco, sarà la tua casa. Sconfitto più che mai, perché: studi sapendo che, una volta conquistata la laurea, la tua principale occupazione sarà fare il disoccupato; fai uno stage che altro non è che beneficienza. E in più sai che se entro la fine del mese non trovi un’altra sistemazione, puoi benissimo fare le valigie e diventare hobo…

Detto ciò… più precario di così… non saprei! Ma del resto occorre aprire i propri orizzonti, perché come disse qualcuno: “l’ottimismo è il sale della vita!”

P.s.: chi ha detto questa gran cavolata?!? Mi piacerebbe conoscerlo per fargli i miei più sentiti e calorosi omaggi!