lunedì 8 giugno 2009

Vendo le olive… e sono felice!

Ebbene sì, sono felice di vendere le olive. E’ un lavoro divertente che ha un suo perché e soprattutto una sua storia.
Fino a due anni fa lavoravo in un negozio di moto come segretaria. Poi sono stata licenziata. Per fortuna non avevo un affitto da pagare, però l’idea di ritrovarmi di nuovo senza un soldo mi aveva gettato nel panico più totale. Avevo appena iniziato la specialistica ed uno stage, che mi impegnavano tutto il giorno per sei giorni la settimana. Stavo per cedere e mollare una delle due cose per trovarmi un lavoro part-time, quando è arrivata una manna dal cielo; o meglio, dal mercato sotto casa.
La mia manna si chiama Giulia ed è meglio conosciuta come “l’olivara”. La conosco da quando avevo nove anni. Avevo lavorato per lei una volta a Natale, mentre il resto dell’anno mandava avanti il banco da sola, con l’aiuto del marito. Giulia non ha mai assunto nessuno, ma quando ha sentito che ero stata licenziata, ha offerto un lavoro a me, fregandosene della crisi e di tutto il tempo che avrebbe perso a insegnarmi i prezzi e “dove sta l’origano”.
E così ho trovato il lavoro ideale, che mi ha permesso di continuare a fare tutto il resto, perché mi impegna soltanto il sabato mattina e che mi consente di uscire il sabato sera, comprare una maglietta o fare i regali di Natale senza chiedere ai miei.
Mi alzo comodamente alle 7.30 (facciamo anche le 8) e mi immergo in un mondo fatto di profumi e sapori, dei sorrisi della gente, rallegrata dalle grida provenienti dai banchi accanto (“A Mary, qua è tutto vero!”) e dalle battute dei clienti.
E dopo migliaia di bruscolini (semi di zucca per i non-romani) versati a terra, resti sbagliati, e bottiglie infrante oggi anch’io posso finalmente gongolare dei complimenti dei clienti.
Più che un lavoro è un diversivo con cui spezzare il ritmo studio-stage. Mi diverto un mondo con le palette che usiamo per raccogliere olive e legumi e metterli nelle bustine. Giulia ormai è un’amica, ci facciamo delle chiacchierate favolose e ci vediamo anche fuori dal lavoro. Lei dice che ormai siamo una coppia vincente e non potrebbe fare a meno di me. Io, nel frattempo, ho preso dieci chili per tutte le olive che ho mangiato da quando sono qui. So che non dovrei, soffro pure di gastrite, però è più forte di me, al richiamo delle olive ormai non posso più resistere…






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